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Giorni di ordinaria follia. Giorno 9

quadro Costanza Majorani
quadro Costanza Majorani

E lo sbrocco è arrivato, era prevedibile. Penelope non ce la fa più a stare a casa, mi dice ma non esci più? non vai dalla tua maestra? Stavo seguendo un corso e così a lei dicevo di avere una maestra, lei faceva un pò di capricci ma poi mi lasciava andare, ora vorrebbe vedermi uscire, fare quello che ero abituata a fare e che facevamo insieme. Le manca la normalità. In alternativa si innervosisce spesso e si impunta su tutto. E poi mangia, mangia fino a dire basta a qualsiasi ora e di tutto. Io penso sia noia, comunque facendo un rapido conto, che faccio io perchè la lista della spesa Penelope la da a me, tra pranzo, cena, merenda e merendina, conviene decisamente la rata più alta della mensa che tenerla a casa:) Un piatto di pasta, no due, ha preso dal padre e c'è da dire che una giornata è lunga, considerando che la notte poi  parte il pigiama party in salone, dura ancora dippiù.

Giancarlo, ha sempre meno pazienza, ma resiste, la camera da letto è grande in fondo. Quando io mi annullo loro diventano un tutt'uno con il cellulare. Sono degli equilibri anche questi so quando ti posso rompere e quando no. Domani proviamo a mettere una bacinella in balcone e a fare il bagno alle bambole, magari si diverte.

A me sembra che il tempo si sia fermato, e si va avanti a videochiamate e scambi di informazioni tra i vari gruppi. Mi viene in mente un quadro che mi ha regalato Costanza 13anni fa, mentre lo faceva come augurio per la mia nuova casa, mi ha chiesto a cosa ti fa pensare, ed istintivamente ho detto alla vita. Eravamo ancora molto lontani dai ciondoli a cerchi concentrici che vediamo oggi, io all'epoca ho pensato a dei gironi danteschi rivisitati. Ecco, oggi mi sento ingabbiata in un girone, magari proverei a ripensarli però sti gironi, altrimenti io starei in tanti, troppi. Di certo c'è che questo quadro mi ha accompagnata nei miei vari traslochi e nelle mie due case, passando per quella di mamma. Costanza ad oggi, seguita subito dopo da altre due amiche, è la mia relazione più duratura. Trentanni, molti dei quali passati sulle scale di un palazzo. Era il 1990 e noi ci trasferivamo al sesto piano di una strada alberata al centro di San Paolo. Lei abita al quinto.

 

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