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Assessorato ai Servizi Sociali: la persona al centro

E’ nota l’esperienza politica ed umana dell’assessore Dino Gasparri: professore in materie letterarie, consigliere comunale nell’ultima giunta di centro-sinistra e, precedentemente, presidente circoscrizionale, attivo nel mondo boyscout. Politica, insegnamento ed associazionismo sono i suoi tre punti di riferimento per affrontare le sfide dell’assessorato che presiede

l'assessore alla Politiche Sociali, Dino Gasparri
l'assessore alla Politiche Sociali, Dino Gasparri

Roma - L’attività dell’assessorato inizia con serie preoccupazioni sul mantenimento di alcuni servizi sociali già da settembre.

E’ la sfida fondamentale dei servizi sociali e delle politiche sociali oggi: cercare di garantire un livello dignitoso di assistenza, nonostante le difficoltà economiche e di risorse. A settembre inizierà un periodo caldo: mancheranno i fondi necessari per garantire lo standard attuale dei servizi di assistenza domiciliare per persone diversamente abili, per gli anziani e per i minori, così come sono a rischio i contributi economici alle persone indigenti e la garanzia del diritto allo studio per gli alunni diversamente abili che non avrebbero più il servizio di assistenza presso le scuole. Abbiamo 111 bambini che devono essere seguiti.

Purtroppo veniamo da un periodo nero.

A cosa si riferisce?

Alla visione che la precedente giunta capitolina aveva delle politiche sociali: ha dato loro un taglio netto ed ha favorito dei meccanismi di bonus che hanno più il sapore di assistenzialismo e di elemosina, che di vero sostegno. E quando sento parlare di bonus non mi piace perché mi sembra che ognuno, contrariamente alla visione veltroniana che ognuno a Roma non deve sentirsi solo, sia abbandonato a se stesso. Non è questo il segno che dobbiamo lasciare. Per risolvere le sfide di settembre avremo un incontro con l’assessore comunale sicuramente, c’è un’emergenza e speriamo che ci siano delle risposte adeguate all’emergenza, ma importante è la prospettiva: i progetti, quanto si vuole investire, mettere in rete servizi tra i vari municipi.

Pensa che parlare un’unica lingua politica tra Municipio, Comune e Regione sia sufficiente per risolvere le varie questioni che emergono di volta in volta?

Quello che è importante è la direzione ed il taglio che si vogliono dare. Lo stesso Marino ha affermato che ci saranno dei cambiamenti sulle politiche sociali, poi, il problema dei fondi continuerà ad esserci perché è nazionale. Avere però una direzione unica nel confronto politico dà maggiore tranquillità per partire con il piede giusto.

Noi, naturalmente, siamo espressione di questa area di centro-sinistra che abbiamo contribuito a creare, ma sia ben chiara una cosa: laddove alcuni aspetti non dovessero essere presi come devono essere presi, ci faremo sentire nelle forme costruttive del dialogo politico. È un momento politico importante, ma non staremo a guardare se delle scelte non ci convinceranno. Sicuramente, i vari servizi di assistenza economica e domiciliare non scadranno. Lotteremo, perché dobbiamo dare delle risposte concrete alle persone con fragilità che cercano un dialogo con noi.

Dovrà affrontare delle sfide importanti, anche in prima persona, visto che l’assessorato che presiede comporta uno sguardo particolare nei confronti della fragilità.

Fare l’assessore alle politiche sociali presenta due aspetti: la preoccupazione di trovare fondi per garantire il servizio e per permettere che gli stessi operatori che erogano il servizio non siano sottoposti a forme di precarietà lavorativa, e il contatto diretto e la condivisione con persone che hanno varie forme di fragilità alle quali è necessario tentare di dare delle risposte.  Con il mio lavoro vorrei anche seguire l’esperienza di chi mi ha preceduto, Edoardo Del Vecchio ed Andrea Beccari, che hanno sempre cercato di umanizzare questo ruolo politico.

C’è molto da fare, sicuramente, ma è un bel da fare perché in fondo, quando puoi dare un po’ di felicità agli altri, e la felicità è una parola “concreta”, sia ben chiaro, si concretizza anche la funzione della politica, che è proprio questo: creare un pezzetto di felicità dando risposte istituzionali alle persone per permettere di vivere meglio la loro dimensione di persona, anche nelle loro fragilità. 

E questo è il compito di tutti i politici, in primis dell’assessore alle politiche sociali. Vivo una grande preoccupazione per la scadenza dei servizi di assistenza, ma grazie al cielo non sono solo. Ci sono i dirigenti, i dipendenti municipali,  le operatrici e gli operatori, la giunta, il consiglio, il presidente e poi in un territorio che è molto ricco dal punto di vista sociale.

L’insediamento della giunta è recente e solo pochi giorni fa sono state approvate le linee programmatiche. In che modo si sta concretizzando la sua azione amministrativa in questo momento?  

In questa fase, sto cercando di segnare i problemi con gli uffici ed i dirigenti per capire le varie problematiche. Sto visitando le varie strutture presenti sul territorio. Sono andato ai centri anziani, un vero patrimonio per il nostro territorio, al Centro Famiglie, ospitato nei locali della C. Battisti, un bellissimo servizio, dove bisogna risolvere la precarietà lavorativa degli operatori, dei veri professionisti.

Sicuramente, di questa mia nuova esperienza politica mi piace lo scambio di visione con gli assessori ed i consiglieri più giovani, l’incontro con le persone e con esperienze diverse. E quando c’è l’ascolto non c’è tanta diversità. Inoltre, lo scambio continuo permette di avere nuove idee su una strada già tracciata. La capacità è quella di avere occhi nuovi per vedere e creare cose nuove. Non dobbiamo essere severi, rigidi, ma avere anche la capacità di vedere il nuovo e di vedere cose nuove.

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